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Colonna di Bonaria

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Colonna di Bonaria
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
Descrizione

La Colonna di Bonaria, collocata sulla grande scalinata che precede la Basilica, è sormontata dalla Vergine con il Bambino. È stata posizionata nel luogo in cui fu ritrovata dai monaci la cassa miracolosa contenente la statua della Vergine. Secondo la leggenda, il 25 marzo 1370, una nave partita dalla Catalogna fu investita da una tempesta. I marinai decisero di gettare il carico a mare inclusa una pesante cassa. Appena quest'ultima fu lanciata tra le onde, la tempesta si placò e la cassa alla fine approdò a Cagliari, sotto il colle di Bonaria. 

Indirizzo
Viale Diaz presso Scalinata
Poligono GEO

Colonna di Bonaria

Colonna di Bonaria

Viale Diaz presso Scalinata

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
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Off
Comune
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Colonna di Bonaria

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Collezione Sarda "Luigi Piloni"

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Collezione Sarda "Luigi Piloni"
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
prezzi
Descrizione
Apertura su prenotazione, con anticipo di qualche giorno, esclusivamente al mattino dal lunedì al venerdì, anche di pomeriggio il martedì e giovedì.
Descrizione

Vasta collezione di opere d'arte e di artigianato sardo, comprendente dipinti, carte geografiche, stampe, vestiario tradizionale, tappeti, gioielli, rosari ed argenteria.

La Collezione è ospitata al piano terra dell'edificio che in passato ospitò il Seminario Tridentino, palazzo settecentesco costruito dall'architetto militare Conte Saverio Belgrano di Famolasco. La collezione consta di circa 900 pezzi e fu donata all'Università nel 1980 dal Dott. Luigi Piloni Bogliolo dell'Arme. Dopo i lavori eseguiti dall'architetto De Plano, fu inaugurata nel novembre del 1984.
Il nostro illustre concittadino Piloni ha dato vita alla collezione non solo in virtù della sua disponibilità economica, ma anche grazie al buongusto, a una profonda cultura e a un po' di fortuna, indispensabile per trovare sul mercato le opere uniche, singolari e preziose raccolte nel corso della sua vita.

L'esposizione è dislocata in sei sale, saletta d'ingresso a parte, nella quale sono esposte alcune stampe di personaggi famosi, riguardanti l'arte, la storia e la cultura della Sardegna. In bacheca ci sono alcune pubblicazioni donate dal Piloni.

Nella prima sala, dedicata all'iconografia religiosa, si trovano i due reperti di maggior pregio della collezione, due parti di retablo risalenti al 1500. Si tratta di una tavola di Michele Cavaro raffigurante Santa Chiara, proveniente dal retablo della Madonna di Bonaria, e di una di Antioco Mainas raffigurante la Deposizione del Cristo, proveniente dal retablo della Sala dei Consiglieri di Oristano.

Nella seconda sala si trovano 32 tempere originali di Philippine della Marmora, nipote del Generale Alberto Ferrero della Marmora. Opere che offrono una panoramica di luoghi della Sardegna, di alto valore documentario se non artistico, risalenti al periodo 1852-1860.

Nella terza sala si trovano le opere dei più illustri pittori e artisti del 1900, presenti con pitture a olio, acquarelli, tempere (A. Ballero, G. Biasi, C. Ciusa Romagna, T. Scano, A. Sassu), oltre ad alcuni artisti non sardi, tra i quali spiccano R. Locatelli e G. Sciuti.

Nella quarta sala sono esposti dei gioielli, l'argenteria tradizionale sarda "da abbigliamento", tra cui: rosari del XVIII-XIX secolo, collane, pendenti, reliquari, spuligadentes, ganceras, bottoni e amuleti.

Nella quinta sala si trovano più di cento vedute riguardanti l'isola, tra litografie, acquerelli, tempere e inchiostri, alcune delle quali rare e in originale.

Nella sesta sala, la più vasta, ubicata a sinistra, lateralmente alla saletta d'ingresso adibita ad Aula Magna quando nel palazzo c'era il Seminario Tridentino, possiamo ammirare una quarantina di elaborati tessili, nello specifico: bertulas originarie del campidano, strisce denominate "coberi bancu" e "coberi cascia", un copriletto e tre tappeti, di cui uno dell'oristanese con particolarità de "sa mustra". Manufatti che vanno dal 1700 (come due rarissimi "tapinu de mortu") al 1900.

La sala ospita una serie di stampe di costumi sardi, 25 litografie del Pittaluga, 10 cromolitografie di Enrico Costa, 43 stampe a colori del Dalsani (G. Ansaldi), 13 litografie del Martinelli, 49 litografie del Baldassarre.
Inoltre fa bella mostra una raccolta di oltre cento cartine geografiche e portolani, tra le quali alcune manoscritte, che vanno dalle copie di Tolomeo al 1939, con la cartina turistico-folkloristica di V. Nicouline edita dalla De Agostini.

Indirizzo
via Università, 32
Poligono GEO

Collezione Sarda "Luigi Piloni"

Collezione Sarda "Luigi Piloni"

via Università, 32

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
da usare solo per eventi e percorsi
Off
peso
Indirizzi email
gpili@amm.unica.it
Comune
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Collezione Sarda "Luigi Piloni"

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Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

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Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
prezzi
prezzo
€3.00
Descrizione
Intero
prezzo
€2.00
Descrizione
Ridotto (over 65 anni)
Descrizione
Ingresso gratuito per disabili.
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
10:00 am
alle
01:00 pm
Giorno da
Giorno a
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
03:00 pm
alle
07:00 pm
Giorno da
Giorno a
in data singola
No
Descrizione

Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

Piazza Arsenale

c/o Cittadella dei Musei

Cagliari

Il Museo Etnografico Regionale, raccoglie circa duemila manufatti della cultura popolare sarda, risalenti alla seconda metà secolo XIX ed alla prima del XX. Vi si trovano esposti tessili, gioielli, mobili, utensili e lavori di intaglio.

 

Indirizzo
Piazza Arsenale c/o Cittadella dei Musei
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Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

Piazza Arsenale c/o Cittadella dei Musei

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
da usare solo per eventi e percorsi
Off
telefoni
Indirizzi email
isresardegna@isresardegna.org
Comune
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Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

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Collezione d'Arte Ingrao

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Collezione d'Arte Ingrao
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
prezzi
prezzo
€6.00
Descrizione
Intero
prezzo
€3.00
Descrizione
Ridotto (Studenti fino ai 26 anni - Gruppi di almeno 15 persone - Over 65)
Descrizione
Gratuito: bambini fino ai 6 anni, disabili e loro accompagnatori, giornalisti iscritti all'albo professionale
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
10:00 am
alle
06:00 pm
Giorno da
Giorno a
in data singola
No
Descrizione

La collezione comprende numerosi dipinti e sculture, ad opera di alcuni dei più rappresentativi artisti italiani del secolo XX. Tutti i pezzi furono donati alla città dal collezionista e benefattore Francesco Paolo Ingrao.

Nelle 15 sale dei due piani della Galleria sono raccolte 250 opere (tra le quali 40 sculture), rappresentative dei movimenti artistici italiani, in particolare romani, che si sono susseguiti a partire dalla seconda metà del XIX fino alla fine del XX secolo. Il percorso espositivo segue un ordine cronologico, iniziando dal piano terra con l'Ottocento di Angelo Inganni, Gioacchino Toma, Enrico Reycend ed Ercole Rosa.

I primi del Novecento sono rappresentati dagli esponenti del divisionismo Francesco Gioli Leonardo Bistolfi, Armando Spadini, Arturo Noci e Camillo Innocenti. Tra i pezzi di maggior prestigio figura il dipinto di Giacomo Balla raffigurante lo scultore Giovanni Prini, presente anch’egli nella collezione. La sala IV custodisce ben 31 opere che rispecchiano le varie fasi del percorso artistico di Umberto Boccioni, massimo esponente del movimento futurista italiano.

Proseguendo il percorso nelle stanze del primo piano si passa agli anni Venti e Trenta di Carlo Socrate ed Emanuele Cavalli, degli scultori Alfredo Biagini e Antonietta Raphael e del neorealismo di Ardengo Soffici.

Tra le opere preferite da Ingrao spiccano Il Marinaio di Filippo De Pisis e le tre nature morte di Giorgio Morandi, i cui numerosi lavori arricchiscono la collezione di varie tele ad olio, un’acquaforte, nove disegni a china o matita e ben 241 lettere.

Numerosissime anche le opere degli artisti degli anni Trenta e Quaranta: Carlo Carrà, Fortunato Depero,Tullio Crali, Gino Severini, Fillia, Atanasio Soldati, Massimo Campigli, Adolfo Wildt, Francesco Messina, Antonio Donghi, Mario Mafai, Pio Someghini, Felice Casorati.

La sala conclusiva ospita Leo Longanesi e 34 opere di Mino Maccari, e gli ultimi acquisti della collezione, ovvero i lavori di Enrico Paolucci, Piero Dorazio e Antonio Zoran Music.

Le restanti 250 opere sono ospitate in altre 3 sale situate al piano terra, le cosiddette “stanze del collezionista” proprio perché le opere non seguono un ordine cronologico ma sono collocate secondo il gusto personale: dipinti di Innocenti, Socrate, Francesco Menzio, Deiva de Angelis, Pippo Rizzo, Amerigo Bartoli Natinguerra, Filippo Anvitti, Orazio Amato, Emilio Notte, Rosina Viva; disegni di Scipione, Carrà e Giovanni Omiccioli; numerose sculture.

Indirizzo
Largo G. Dessì c/o Galleria Comunale d’Arte
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Collezione d'Arte Ingrao

Collezione d'Arte Ingrao

Largo G. Dessì c/o Galleria Comunale d’Arte

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
da usare solo per eventi e percorsi
Off
Indirizzi email
infoeprenotazioni@museicivicicagliari.it
Comune
Tipo di gestione
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Collezione d'Arte Ingrao

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Colle di Tuvumannu

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Colle di Tuvumannu
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
Descrizione

Tuvumannu, detto anche Monte della Pace, era il colle più alto dell'area cagliaritana. Tra il colle di Tuvumannu e quello di Tuvixeddu, dove oggi si trova la via Is Maglias, esisteva un'area depressa che individuava una linea di deflusso delle acque di ruscellamento provenienti dai versanti dei due colli.

Indirizzo
Via Vittorio Veneto - Via Is Maglias
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Colle di Tuvumannu

Colle di Tuvumannu

Via Vittorio Veneto - Via Is Maglias

Fascia età
Fuori Cagliari
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Comune
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Colle di Tuvumannu

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Colle di Tuvixeddu

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Colle di Tuvixeddu
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
Descrizione

Il colle di Tuvixeddu, che da il nome alla necropoli punica circostante, è situato tra i quartieri Sant'Avendrace e San Michele. La necropoli di Tuvixeddu, che si estende su tutto il colle, è la più grande necropoli fenicio-punica ancora esistente nel bacino del Mediterraneo. Il nome deriva dal sardo "tuvu" che sta per cavità, dovuto alla presenza di numerose tombe scavate nella roccia calcarea. Tra il VI ed il III secolo a.C., infatti, i Cartaginesi scelsero il colle quale luogo sacro dove poter conservare i corpi dei defunti: tali sepolture erano raggiungibili attraverso un pozzo scavato interamente nella roccia calcarea e profondo dai due metri e mezzo sino a undici metri. All'interno del pozzo una piccola apertura introduceva alla cella sepolcrale vera e propria dove veniva deposto il defunto con i corredi rituali. Nelle camere funerarie sono state rinvenute anfore e ampolle che contenevano delle essenze profumate. Alle pendici del colle di Tuvixeddu si trova anche una necropoli romana, che si affacciava sulla strada la quale, all'uscita della città, diventava la Karalibus Turrem (l'odierno viale Sant'Avendrace). Sia i Cartaginesi che i Romani usarono la collina per esigenze idriche.

Con l'arrivo dei Vandali e dei Bizantini entrarono in uso altri sistemi di tumulazione e la necropoli venne abbandonata.

Nel 1258, dopo la distruzione della città di Santa Igia  da parte dei Pisani, i superstiti si stanziarono nell'attuale viale Sant'Avendrace, alle pendici del colle: così buona parte delle case si addossarono a Tuvixeddu, utilizzando ognuna di queste un accesso alle grotte. Ancora oggi, in caso di demolizione delle vecchie case spesso si trovano grotte con evidenti segni di uso abitativo (alcune di queste grotte si possono vedere dietro al Liceo Siotto).
A metà Ottocento il colle fu perforato e smembrato e le cavità furono fatte saltare; l'aspetto originale fu così cancellato per sempre. Nel XX secolo divenne la cava di una cementificio dell'Italcementi, che ne ha terminato l'estrazione solamente negli anni ottanta. Molte tombe con i lavori di cava  andarono irrimediabilmente distrutte, anche se ne vennero trovate altre. Inoltre, durante la seconda guerra mondiale, le grotte vennero usate dagli abitanti della zona come rifugi antiaerei e come abitazioni. Nell'immediato dopoguerra vennero usate da chi aveva perso la casa durante i bombardamenti.

Indirizzo
Via Is Maglias - Via Vittorio Veneto
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Colle di Tuvixeddu

Colle di Tuvixeddu

Via Is Maglias - Via Vittorio Veneto

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Fuori Cagliari
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Colle di Tuvixeddu

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Colle di Sant'Elia

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Colle di Sant'Elia
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macrocategoria
Descrizione

Il colle di Sant'Elia è uno dei sette colli di Cagliari e fu frequentato fin da epoche antichissime, a causa della sua posizione strategica e in esso sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici. Ricco di rocce calcaree, si affaccia sul Golfo degli Angeli dividendolo in due archi che convergono su di esso. Ospita diverse torri, costruite e utilizzate per avvistare eventuali incursioni nemiche. Tra i presidi difensivi spiccano il faro e il Fortino di Sant'Ignazio.

Indirizzo
Viale Calamosca
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Colle di Sant'Elia

Colle di Sant'Elia

Viale Calamosca

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
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Comune
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Colle di Sant'Elia

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Parco di San Michele

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orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:00 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Gennaio/Marzo
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
05:30 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Aprile/Settembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Ottobre/Dicembre
in data singola
No
Descrizione

Il colle di San Michele è uno dei colli più alti di Cagliari (120 metri sul livello del mare). La frequentazione più antica del colle è testimoniata da alcuni frammenti di ceramica che offrono una cronologia abbastanza estesa, dal III secolo a.C. al IV secolo d.C.

Sfruttando la conformazione del colle con pareti quasi inaccessibili e la vetta spianata, i monaci Certosini, durante il periodo giudicale, costruirono un convento dedicato all'Arcangelo Michele.

Alla fine del XIII secolo i pisani smantellarono il convento ed eressero una struttura fortificata per controllare eventuali attacchi. Nel 1326 il castello fu ceduto a Berengario Carroz che lo utilizzò come abitazione abbellendolo e trasformandolo in una dimora sicura e confortevole. L’ultima esponente della famiglia Carroz che visse a San Michele fu la contessa Violante, la quale morì nel 1511; successivamente il castello fu inglobato tra i beni della corona spagnola.

Nel 1652 fu utilizzato come lazzaretto durante la pestilenza e, in occasione degli attacchi francesi del Seicento e del Settecento, nuovamente fortificato. Agli inizi dell'Ottocento venne utilizzato come caserma; fu poi cancellato dall'elenco delle fortificazioni nel 1867 per essere venduto ai Marchesi di San Tommaso, che lo fecero restaurare e rimboschire piantando dei pini per rendere la zona più accogliente.

Nel XX secolo, fu occupato dalla Marina Militare e poi sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune che a metà degli anni Ottanta promossero un intervento F.I.O. (Fondo di Investimento per l'Occupazione). Oggi il castello conserva la cortina muraria circondata dal fossato e le tre torri, ma ha subito una profonda trasformazione con strutture di policarbonato e acciaio, che hanno interamente occupato la parte interna dell'edificio.

Indirizzo
Via Cinquini
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Parco di San Michele

Parco di San Michele

Via Cinquini

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
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Off
peso
Comune
Tipo di gestione
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Parco di San Michele

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Parco di Monte Urpinu

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Colle di Monte Urpinu
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
09:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Gennaio/Marzo
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:00 am
alle
10:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Aprile
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
05:30 am
alle
11:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Maggio/Settembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
10:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Ottobre/Dicembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
Descrizione
Area cani: si. 21.960 mq circa, lato viale Europa.
in data singola
No
Descrizione

Il parco di Monte Urpinu si trova al centro della città di Cagliari, a pochi passi dal centro cittadino. Monte Urpinu rappresenta una delle principali mete per famiglie con bambini: è ideale per un picnic, una passeggiata tra pini e laghetti ed è un luogo adatto per l'attività fisica in mezzo alla natura. Al suo interno sono presenti numerose specie di flora, fauna e laghi artificiali abitati da cigni e tartarughe; inoltre, è possibile scorgere anche bellissimi esemplari di pavoni. L'ingresso principale è in via Pietro Leo; altri ingressi si trovano in Viale Europa e via Vidal, dove ha sede anche il Tennis Club Cagliari. Il parco, che in origine prendeva il nome di Monte Volpino, è stato rinominato in seguito Monte Urpinu secondo la traduzione nel dialetto sardo della parole “volpe”, poiché in passato è sempre stato abitato da volpi e altri animali selvatici. L’accesso alle auto è sempre aperto, mentre il parco pedonale è aperto tutto l'anno dalla mattina alla sera con orario continuato e variabile a seconda della stagione.

 

Indirizzo
Via Pietro Leo - Viale Europa - Via Vidal
Risorse multimediali
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Parco di Monte Urpinu

Parco di Monte Urpinu

Via Pietro Leo - Viale Europa - Via Vidal

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
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Off
Comune
Tipo di gestione
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Colle di Monte Urpinu

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Colle di Castello

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Descrizione

Il colle ha una forma trapezoidale i cui confini un tempo erano ben scanditi dalle numerose torri di epoca pisana, periodo in cui il colle fu munito di un complesso sistema di bastioni e torri delle quali si conservano ancora oggi quella dell'Elefante ad Ovest, dell'Aquila (parte della quale è stata inglobata nel Palazzo Boyl) ad Est e di San Pancrazio a Nord. Lungo il versante orientale si estende la panoramica passeggiata del Terrapieno e i Giardini Pubblici, dove sono state edificate  solide mura di sostegno nei pressi dei costoni del Belvedere. Ad occidente i bastioni di Santa Croce e del Balice offrono una magnifica vista sul golfo e sulla laguna. Il  terrapieno del Cammino Nuovo, situato ai piedi del colle, permette di contemplare le mura medioevali delle quali si possono cogliere le varie fasi edilizie. La vecchia fortezza medievale fu usata poi da spagnoli e piemontesi che ne modificarono le strutture militari per scopi difensivi. Il pregio degli edifici testimonia come questa parte della città fu dimora nei secoli precedenti dei ceti dominanti, per poi essere abitato dal secondo dopoguerra dal sottoproletariato. Attualmente vi risiedono oltre agli abitanti originari, anche immigrati, artisti, studenti e famiglie della nuova borghesia cagliaritana.

Indirizzo
Quartiere Castello
Poligono GEO

Colle di Castello

Colle di Castello

Quartiere Castello

Fascia età
Fuori Cagliari
No
Quartiere
usato per affollamento
No
da usare solo per eventi e percorsi
Off
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Comune
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Colle di Castello

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