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Collezione d'Arte Ingrao

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Collezione d'Arte Ingrao
Categoria/Sottocategoria
macrocategoria
prezzi
prezzo
€6.00
Descrizione
Intero
prezzo
€3.00
Descrizione
Ridotto (Studenti fino ai 26 anni - Gruppi di almeno 15 persone - Over 65)
Descrizione
Gratuito: bambini fino ai 6 anni, disabili e loro accompagnatori, giornalisti iscritti all'albo professionale
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
10:00 am
alle
06:00 pm
Giorno da
Giorno a
in data singola
No
Descrizione

La collezione comprende numerosi dipinti e sculture, ad opera di alcuni dei più rappresentativi artisti italiani del secolo XX. Tutti i pezzi furono donati alla città dal collezionista e benefattore Francesco Paolo Ingrao.

Nelle 15 sale dei due piani della Galleria sono raccolte 250 opere (tra le quali 40 sculture), rappresentative dei movimenti artistici italiani, in particolare romani, che si sono susseguiti a partire dalla seconda metà del XIX fino alla fine del XX secolo. Il percorso espositivo segue un ordine cronologico, iniziando dal piano terra con l'Ottocento di Angelo Inganni, Gioacchino Toma, Enrico Reycend ed Ercole Rosa.

I primi del Novecento sono rappresentati dagli esponenti del divisionismo Francesco Gioli Leonardo Bistolfi, Armando Spadini, Arturo Noci e Camillo Innocenti. Tra i pezzi di maggior prestigio figura il dipinto di Giacomo Balla raffigurante lo scultore Giovanni Prini, presente anch’egli nella collezione. La sala IV custodisce ben 31 opere che rispecchiano le varie fasi del percorso artistico di Umberto Boccioni, massimo esponente del movimento futurista italiano.

Proseguendo il percorso nelle stanze del primo piano si passa agli anni Venti e Trenta di Carlo Socrate ed Emanuele Cavalli, degli scultori Alfredo Biagini e Antonietta Raphael e del neorealismo di Ardengo Soffici.

Tra le opere preferite da Ingrao spiccano Il Marinaio di Filippo De Pisis e le tre nature morte di Giorgio Morandi, i cui numerosi lavori arricchiscono la collezione di varie tele ad olio, un’acquaforte, nove disegni a china o matita e ben 241 lettere.

Numerosissime anche le opere degli artisti degli anni Trenta e Quaranta: Carlo Carrà, Fortunato Depero,Tullio Crali, Gino Severini, Fillia, Atanasio Soldati, Massimo Campigli, Adolfo Wildt, Francesco Messina, Antonio Donghi, Mario Mafai, Pio Someghini, Felice Casorati.

La sala conclusiva ospita Leo Longanesi e 34 opere di Mino Maccari, e gli ultimi acquisti della collezione, ovvero i lavori di Enrico Paolucci, Piero Dorazio e Antonio Zoran Music.

Le restanti 250 opere sono ospitate in altre 3 sale situate al piano terra, le cosiddette “stanze del collezionista” proprio perché le opere non seguono un ordine cronologico ma sono collocate secondo il gusto personale: dipinti di Innocenti, Socrate, Francesco Menzio, Deiva de Angelis, Pippo Rizzo, Amerigo Bartoli Natinguerra, Filippo Anvitti, Orazio Amato, Emilio Notte, Rosina Viva; disegni di Scipione, Carrà e Giovanni Omiccioli; numerose sculture.

Indirizzo
Largo G. Dessì c/o Galleria Comunale d’Arte
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Collezione d'Arte Ingrao

Collezione d'Arte Ingrao

Largo G. Dessì c/o Galleria Comunale d’Arte

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infoeprenotazioni@museicivicicagliari.it
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Colle di Tuvumannu

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Colle di Tuvumannu
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Descrizione

Tuvumannu, detto anche Monte della Pace, era il colle più alto dell'area cagliaritana. Tra il colle di Tuvumannu e quello di Tuvixeddu, dove oggi si trova la via Is Maglias, esisteva un'area depressa che individuava una linea di deflusso delle acque di ruscellamento provenienti dai versanti dei due colli.

Indirizzo
Via Vittorio Veneto - Via Is Maglias
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Colle di Tuvumannu

Colle di Tuvumannu

Via Vittorio Veneto - Via Is Maglias

Fascia età
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Colle di Tuvumannu

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Colle di Tuvixeddu

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Colle di Tuvixeddu
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macrocategoria
Descrizione

Il colle di Tuvixeddu, che da il nome alla necropoli punica circostante, è situato tra i quartieri Sant'Avendrace e San Michele. La necropoli di Tuvixeddu, che si estende su tutto il colle, è la più grande necropoli fenicio-punica ancora esistente nel bacino del Mediterraneo. Il nome deriva dal sardo "tuvu" che sta per cavità, dovuto alla presenza di numerose tombe scavate nella roccia calcarea. Tra il VI ed il III secolo a.C., infatti, i Cartaginesi scelsero il colle quale luogo sacro dove poter conservare i corpi dei defunti: tali sepolture erano raggiungibili attraverso un pozzo scavato interamente nella roccia calcarea e profondo dai due metri e mezzo sino a undici metri. All'interno del pozzo una piccola apertura introduceva alla cella sepolcrale vera e propria dove veniva deposto il defunto con i corredi rituali. Nelle camere funerarie sono state rinvenute anfore e ampolle che contenevano delle essenze profumate. Alle pendici del colle di Tuvixeddu si trova anche una necropoli romana, che si affacciava sulla strada la quale, all'uscita della città, diventava la Karalibus Turrem (l'odierno viale Sant'Avendrace). Sia i Cartaginesi che i Romani usarono la collina per esigenze idriche.

Con l'arrivo dei Vandali e dei Bizantini entrarono in uso altri sistemi di tumulazione e la necropoli venne abbandonata.

Nel 1258, dopo la distruzione della città di Santa Igia  da parte dei Pisani, i superstiti si stanziarono nell'attuale viale Sant'Avendrace, alle pendici del colle: così buona parte delle case si addossarono a Tuvixeddu, utilizzando ognuna di queste un accesso alle grotte. Ancora oggi, in caso di demolizione delle vecchie case spesso si trovano grotte con evidenti segni di uso abitativo (alcune di queste grotte si possono vedere dietro al Liceo Siotto).
A metà Ottocento il colle fu perforato e smembrato e le cavità furono fatte saltare; l'aspetto originale fu così cancellato per sempre. Nel XX secolo divenne la cava di una cementificio dell'Italcementi, che ne ha terminato l'estrazione solamente negli anni ottanta. Molte tombe con i lavori di cava  andarono irrimediabilmente distrutte, anche se ne vennero trovate altre. Inoltre, durante la seconda guerra mondiale, le grotte vennero usate dagli abitanti della zona come rifugi antiaerei e come abitazioni. Nell'immediato dopoguerra vennero usate da chi aveva perso la casa durante i bombardamenti.

Indirizzo
Via Is Maglias - Via Vittorio Veneto
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Colle di Tuvixeddu

Colle di Tuvixeddu

Via Is Maglias - Via Vittorio Veneto

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Colle di Sant'Elia

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Colle di Sant'Elia
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Descrizione

Il colle di Sant'Elia è uno dei sette colli di Cagliari e fu frequentato fin da epoche antichissime, a causa della sua posizione strategica e in esso sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici. Ricco di rocce calcaree, si affaccia sul Golfo degli Angeli dividendolo in due archi che convergono su di esso. Ospita diverse torri, costruite e utilizzate per avvistare eventuali incursioni nemiche. Tra i presidi difensivi spiccano il faro e il Fortino di Sant'Ignazio.

Indirizzo
Viale Calamosca
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Colle di Sant'Elia

Colle di Sant'Elia

Viale Calamosca

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Colle di Sant'Elia

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Parco di San Michele

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orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:00 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Gennaio/Marzo
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
05:30 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Aprile/Settembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
12:00 am
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Ottobre/Dicembre
in data singola
No
Descrizione

Il colle di San Michele è uno dei colli più alti di Cagliari (120 metri sul livello del mare). La frequentazione più antica del colle è testimoniata da alcuni frammenti di ceramica che offrono una cronologia abbastanza estesa, dal III secolo a.C. al IV secolo d.C.

Sfruttando la conformazione del colle con pareti quasi inaccessibili e la vetta spianata, i monaci Certosini, durante il periodo giudicale, costruirono un convento dedicato all'Arcangelo Michele.

Alla fine del XIII secolo i pisani smantellarono il convento ed eressero una struttura fortificata per controllare eventuali attacchi. Nel 1326 il castello fu ceduto a Berengario Carroz che lo utilizzò come abitazione abbellendolo e trasformandolo in una dimora sicura e confortevole. L’ultima esponente della famiglia Carroz che visse a San Michele fu la contessa Violante, la quale morì nel 1511; successivamente il castello fu inglobato tra i beni della corona spagnola.

Nel 1652 fu utilizzato come lazzaretto durante la pestilenza e, in occasione degli attacchi francesi del Seicento e del Settecento, nuovamente fortificato. Agli inizi dell'Ottocento venne utilizzato come caserma; fu poi cancellato dall'elenco delle fortificazioni nel 1867 per essere venduto ai Marchesi di San Tommaso, che lo fecero restaurare e rimboschire piantando dei pini per rendere la zona più accogliente.

Nel XX secolo, fu occupato dalla Marina Militare e poi sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune che a metà degli anni Ottanta promossero un intervento F.I.O. (Fondo di Investimento per l'Occupazione). Oggi il castello conserva la cortina muraria circondata dal fossato e le tre torri, ma ha subito una profonda trasformazione con strutture di policarbonato e acciaio, che hanno interamente occupato la parte interna dell'edificio.

Indirizzo
Via Cinquini
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Parco di San Michele

Parco di San Michele

Via Cinquini

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Parco di San Michele

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Parco di Monte Urpinu

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Colle di Monte Urpinu
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macrocategoria
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
09:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Gennaio/Marzo
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:00 am
alle
10:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Aprile
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
05:30 am
alle
11:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Maggio/Settembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
06:30 am
alle
10:00 pm
Giorno da
Giorno a
Descrizione
Ottobre/Dicembre
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
Descrizione
Area cani: si. 21.960 mq circa, lato viale Europa.
in data singola
No
Descrizione

Il parco di Monte Urpinu si trova al centro della città di Cagliari, a pochi passi dal centro cittadino. Monte Urpinu rappresenta una delle principali mete per famiglie con bambini: è ideale per un picnic, una passeggiata tra pini e laghetti ed è un luogo adatto per l'attività fisica in mezzo alla natura. Al suo interno sono presenti numerose specie di flora, fauna e laghi artificiali abitati da cigni e tartarughe; inoltre, è possibile scorgere anche bellissimi esemplari di pavoni. L'ingresso principale è in via Pietro Leo; altri ingressi si trovano in Viale Europa e via Vidal, dove ha sede anche il Tennis Club Cagliari. Il parco, che in origine prendeva il nome di Monte Volpino, è stato rinominato in seguito Monte Urpinu secondo la traduzione nel dialetto sardo della parole “volpe”, poiché in passato è sempre stato abitato da volpi e altri animali selvatici. L’accesso alle auto è sempre aperto, mentre il parco pedonale è aperto tutto l'anno dalla mattina alla sera con orario continuato e variabile a seconda della stagione.

 

Indirizzo
Via Pietro Leo - Viale Europa - Via Vidal
Risorse multimediali
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Parco di Monte Urpinu

Parco di Monte Urpinu

Via Pietro Leo - Viale Europa - Via Vidal

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Colle di Monte Urpinu

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Colle di Castello

Categoria/Sottocategoria
Descrizione

Il colle ha una forma trapezoidale i cui confini un tempo erano ben scanditi dalle numerose torri di epoca pisana, periodo in cui il colle fu munito di un complesso sistema di bastioni e torri delle quali si conservano ancora oggi quella dell'Elefante ad Ovest, dell'Aquila (parte della quale è stata inglobata nel Palazzo Boyl) ad Est e di San Pancrazio a Nord. Lungo il versante orientale si estende la panoramica passeggiata del Terrapieno e i Giardini Pubblici, dove sono state edificate  solide mura di sostegno nei pressi dei costoni del Belvedere. Ad occidente i bastioni di Santa Croce e del Balice offrono una magnifica vista sul golfo e sulla laguna. Il  terrapieno del Cammino Nuovo, situato ai piedi del colle, permette di contemplare le mura medioevali delle quali si possono cogliere le varie fasi edilizie. La vecchia fortezza medievale fu usata poi da spagnoli e piemontesi che ne modificarono le strutture militari per scopi difensivi. Il pregio degli edifici testimonia come questa parte della città fu dimora nei secoli precedenti dei ceti dominanti, per poi essere abitato dal secondo dopoguerra dal sottoproletariato. Attualmente vi risiedono oltre agli abitanti originari, anche immigrati, artisti, studenti e famiglie della nuova borghesia cagliaritana.

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Quartiere Castello
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Colle di Castello

Colle di Castello

Quartiere Castello

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Colle di Castello

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Colle di Buoncammino

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Colle di Buoncammino
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Descrizione

Il colle di Buoncammino è uno dei sette colli di Cagliari. Ospita il carcere omonimo, chiuso qualche anno fa, e a pochi passi si trova una delle piazze storiche del quartiere Castello e la Cittadella dei Musei, vivace polo culturale cittadino. Dal colle si possono apprezzare meravigliose vedute panoramiche e il viale alberato, che fu costruito per volontà dei Savoia.

Indirizzo
Viale Buoncammino
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Colle di Buoncammino

Colle di Buoncammino

Viale Buoncammino

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Colle di Buoncammino

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Colle di Bonaria

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Colle di Bonaria
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Descrizione

Il colle di Bonaria è uno dei sette colli di Cagliari e ha dato il nome anche al quartiere che lo circonda. L'area era frequentata già da prima dei Punici, i Cartaginesi vi costruirono una necropoli che fu utilizzata più tardi come cava dai Romani. Nel Medioevo ai piedi del colle sorse la chiesa di San Bardilio, in stile romanico pisano e nel 1324 fu edificata dagli Aragonesi la cittadella fortificata e la cappella religiosa, da cui poi scaturirà la costruzione della Basilica di Bonaria. 

Indirizzo
Viale Bonaria
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Colle di Bonaria

Colle di Bonaria

Viale Bonaria

Fascia età
Fuori Cagliari
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Colle di Bonaria

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Cittadella dei Musei

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Cittadella dei Musei
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Descrizione
Vedi scheda singolo museo
orari
chiusura
Giorno/i di apertura
dalle
09:00 am
alle
08:00 pm
Giorno da
Giorno a
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
Descrizione
Museo d'Arte Siamese "Stefano Cardu" chiude il lunedì
in data singola
No
chiusura
Giorno/i di apertura
Descrizione
Raccolta delle Cere Anatomiche di Clemente Susini chiude il martedì
in data singola
No
Descrizione

Nel quartiere di "Castello", tra la "Porta Cristina" e la Piazza Indipendenza, si trova l'antica sede del Regio Arsenale ora sede dei più importanti tesori artistici della città, riuniti nelle collezioni museali del Museo Archeologico Nazionale e della Pinacoteca Nazionale, che attraverso bronzetti nuragici e retabli sardi e catalani del Quattrocento ripercorrono la storia dell'isola.

Il complesso ospita altresì la Collezione delle Cere Anatomiche, il Museo d'arte Siamese e la Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico)

Indirizzo
Piazza Arsenale
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Cittadella dei Musei

Cittadella dei Musei

Piazza Arsenale

Fascia età
Fuori Cagliari
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Quartiere
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telefoni
Comune
Accessibilità
Tipo di gestione
Descrizione accessibilità

Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari è un museo accessibile, che continuamente migliora i servizi da offrire a tutti i suoi utenti. Nel 2014-2016 grazie al progetto del “Museo Liquido” finanziato dal MiBAC nell’ambito della consultazione online “Cultura senza Ostacoli”, il Museo ha avuto la possibilità di diventare ancora più accessibile.
Il personale del museo è formato per accogliere e supportare i visitatori nel rendere il più piacevole possibile la visita al museo.

Mappa tattile
All’ingresso del complesso della Cittadella dei Musei è stata posizionata una mappa tattile in braille che descrive la struttura e gli edifici presenti nel complesso.

Rampe esterne
Una rampa conduce dall’ingresso della Cittadella dei Musei al Museo Archeologico.

Rampe interne
All’interno del museo sono presenti diverse rampe.

Servo scala interno
All’interno del museo tra il piano rialzato (l’aula didattica) e il secondo piano espositivo è presente un servo scala.

Servizi igienici
Sulla destra dell’ingresso del Museo Archeologico sono presenti dei bagni.
Altri servizi igienici per i visitatori del Museo sono presenti al piano terra.

Ascensore
Il museo è dotato di un ascensore che collega tutti i suoi piani espositivi.

Abbattimento della fatica
In biglietteria si possono richiedere delle sedie a rotelle e dei bastoni con seduta che rendono la visita al museo più agevole. In tutta la struttura sono inoltre presenti aree di sosta e panche per rendere più piacevole la visita.

Immagine per il Portale
Cittadella dei Musei

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