La fabbricazione della carta come generatore di partitura grafica. La composizione Radical Divination di Gino Robair utilizza la fabbricazione della carta in un contesto performativo per creare partiture grafiche all’interno di un concerto, il tutto basato su strategie di improvvisazione tra i cartai e gli interpreti musicali. L'interazione fra la parte visiva e quella musicale tende a creare un'atmosfera sospesa, onirica. La disposizione nello spazio dei partecipanti, pubblico compreso, tende a creare più livelli di visione e di ascolto in una situazione che si può definire più come un'esperienza che un concerto.
Gino Robair è un compositore/performer e artista visivo il cui lavoro esplora il modo in cui le notazioni grafiche e non standard influenzano le performance interpretative attraverso diversi media. Ha scritto musica per film, televisione, danza e teatro, e la sua opera L'imperatore degli Stati Uniti, I, Norton, è stata rappresentata negli Stati Uniti e in Europa. Come percussionista, ha registrato con Tom Waits, Thurston Moore, Anthony Braxton, Terry Riley, Derek Bailey, Fred Frith e John Butcher, tra gli altri; e si è esibito con John Zorn, Nina Hagen, Wadada Leo Smith, Thinking Fellers Union Local 282, Myra Melford e la Club Foot Orchestra.
Attualmente, Gino Robair sta completando un dottorato di ricerca presso l'Università della California, Davis, incentrato sulla produzione della carta come forma di coreografia incarnata, che dà vita a oggetti di memoria effimeri che portano tracce della loro materializzazione che possono essere utilizzati come risorse per l'interpretazione all'interno di un contesto performativo.
Gino Robair, direzione, cartaio
Stefania Pretti, cartaia
Silvia Corda, pianoforte
Simon Balestrazzi, oggetti sonori e elettronica
Adriano Orrù, contrabbasso
Roberto Migoni, percussioni
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