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368ª FESTA DI SANT'EFISIO

368ª FESTA DI SANT'EFISIO

Il 1° maggio 2024 Cagliari e tutta la Sardegna festeggiano la 368ª Festa di Sant'Efisio.

Un intenso momento di devozione, fede, cultura e tradizioni centenarie che si fondono in una processione che non ha eguali.

Sant'Efisio, nato in una città dell'Asia Minore, visse all'epoca dell'Imperatore Diocleziano nel III sec. d.C.

Giovanissimo intraprese la carriera militare e, inviato in Italia per contrastare la diffusione del cristianesimo, la tradizione vuole che si convertì in seguito alla visione straordinaria di una croce splendente nel cielo che successivamente si impresse nel palmo della mano e sentendo la voce di Cristo che lo rimproverava per la sua missione sanguinaria.

Note

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La Storia

 

Sant'Efisio, nato in una città dell'Asia Minore, visse all'epoca dell'Imperatore Diocleziano nel III sec. d.C.

Giovanissimo intraprese la carriera militare e, inviato in Italia per contrastare la diffusione del cristianesimo, la tradizione vuole che si convertì in seguito alla visione straordinaria di una croce splendente nel cielo che successivamente si impresse nel palmo della mano e sentendo la voce di Cristo che lo rimproverava per la sua missione sanguinaria.

Giunto in Sardegna, mentre i suoi soldati combattevano i barbari, Sant'Efisio si convertì al cristianesimo e ne divenne difensore, disobbedendo agli ordini di Diocleziano il quale ne comandò il martirio che avvenne il 15 gennaio del 303 d.C. a Nora.

Il rito ha origine da un Voto del 1652 della Municipalità di Cagliari, oggi custodito presso l’Archivio storico, nel quale s’invoca l’intercessione di Sant’Efisio per far terminare la peste e ci si impegna a celebrare ogni anno e perpetuamente una Festa solenne.

Dal 1657 si ripete annualmente con una cerimonia solenne la Festa di Sant’Efisio, il Pellegrinaggio da Cagliari al luogo del martirio del Santo e i riti di scioglimento del Voto voluto dalla Municipalità di Cagliari.

Ogni 1° di maggio, quindi, i fedeli accompagnano il Santo in questa tradizionale processione, ripercorrendo il tragitto che giunge dal carcere in cui venne imprigionato al luogo del martirio a Nora, per poi tornare alla sua Chiesa di Stampace il 4 maggio entro la mezzanotte.

Oggi, come allora, in segno di gratitudine per la salute riconquistata, la Città di Cagliari e tutta l'Isola, con una cerimonia solenne, ripercorrono ogni tappa del Martirio di Sant'Efisio.

E' da più di 300 anni infatti che ogni 1° di maggio, la popolazione sarda accompagna il suo Santo protettore in questa tradizionale ed originale processione, ripercorrendo il tragitto che dal carcere in cui venne imprigionato giunge nel luogo del martirio a Nora, per poi tornare alla sua Chiesa di Stampace nella quale sono tuttora custodite le sue reliquie.

La Processione è composta da quasi tremila persone con indosso gli abiti tradizionali della Sardegna provenienti dal Campidano, dalla Gallura, dall'Ogliastra, dal Sulcis, dal Logudoro e dalla Barbagia ed accompagnati da 172 persone a cavallo suddivise nei tre gruppi principali dei Campidanesi, dei Miliziani e della Guardiania, oltre la scorta d'onore dei Mazzieri comunali, dell'AlterNos, del Clero, della Rappresentanza dell'Esercito e dei Carabinieri in alta uniforme, anch'essi tutti a cavallo.

Una delle fasi più suggestive del cerimoniale è la vestizione con ori e orpelli preziosi con i quali il Santo viene riccamente preparato per il suo viaggio. Tutto è perfettamente organizzato e pianificato nei minimi dettagli, persino la scelta dei buoi che traineranno il prezioso Cocchio del Santo e i loro ornamenti volutamente tenuti nascosti fino al 1 maggio. Tuttavia l'unico modo di cogliere al meglio la maestosa solennità di questo Evento è unirsi alla viva partecipazione di tutta la popolazione sarda nel celebrare la grandezza del suo Santo protettore.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

La vita di Sant'Efisio

 

 

Secondo la tradizione, Sant'Efisio nacque a Elìa Capitolina, una colonia romana nel seno di Gerusalemme, attorno al 250 d.C. Rimasto orfano del padre Cristoforo, di religione cristiana, fu educato al paganesimo dalla madre Alessandra, di origine aristocratica. Alessandra introdusse il figlio alla corte di Antiochia, presso l'imperatore Diocleziano, il quale lo prese sotto la sua protezione. Efisio si arruolò fra i Pretoriani, diventò ufficiale e fu inviato in Italia per partecipare alla campagna di annientamento dei Cristiani, considerati nemici dello Stato e della legge romana. Qui il giovane ufficiale visse un episodio che cambiò il corso della sua vita: mentre era in marcia verso Napoli (o Brindisi) alla testa del suo reparto, venne disarcionato da un bagliore improvviso. Quindi una voce gli disse: "Sono il Cristo, colui che tu perseguiti". E sul palmo della sua mano destra si impresse una croce.

In seguito a questo evento prodigioso Efisio decise di convertirsi alla fede cristiana e si fece battezzare a Gaeta. Quindi venne trasferito in Sardegna per contrastare gli Iliesi, le popolazioni ribelli dell'interno: prima prese servizio a Tharros, quindi presso il comando militare di Nora. Nonostante gli editti anticristiani emanati da Diocleziano, Efisio cominciò a diffondere pubblicamente il Vangelo e radunò attorno a sé un gruppo di seguaci. Non solo: scrisse all'imperatore e lo esortò ad abbandonare i falsi dei e a convertirsi alla nuova religione. Per questo motivo venne convocato a Cagliari presso il governatore Iulio, il quale gli intimò di tornare nei ranghi.

Efisio rifiutò decisamente di abiurare la fede cristiana, atto che obbligò il governatore ad arrestarlo e imprigionarlo in una cella ricavata da una caverna, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa a lui dedicata a Stampace. Qui venne flagellato, bastonato, scarnificato e bruciato con tizzoni ardenti. Tuttavia, né le torture, né la madre Alessandra fatta intervenire dalla corte imperiale, riuscirono a farlo recedere.

Il nuovo governatore Flaviano ordinò che Efisio fosse bruciato vivo quale esempio per tutti i Cristiani, ma le fiamme del rogo si riversarono sugli stessi carnefici. Allora Flaviano dispose la decapitazione per spada, da eseguirsi lontano dalla città per timore di insurrezioni a difesa del martire. La condanna fu eseguita sulla spiaggia di Nora il 15 gennaio del 286 (o, secondo altre fonti, nel 303).

Si tramanda che prima dell'esecuzione Efisio abbia formulato questa preghiera:
"Ti prego, Signore, di proteggere la città di Cagliari dall'invasione dei nemici. Fa che il suo popolo abbandoni il culto degli Dei, respinga gli inganni del Demonio e riconosca Te, Gesù Cristo Nostro Signore, quale unico vero Dio. Fa che i malati che pregheranno sul luogo della mia sepoltura possano recuperare la salute, e chiunque si trovi in pericolo nel mare o minacciato dagli invasori, tormentato dalla fame o dalla peste, dopo aver invocato me, Tuo servo, possa essere condotto in salvo."

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

Il Culto

 

 

Il culto di Sant'Efisio in Sardegna è attestato a partire dall'XI secolo, con l'edificazione della chiesa a lui dedicata a Nora e successivamente con quella dell'omonima chiesa a Cagliari del XIII secolo.

La continuità del culto del Santo ha testimonianze ininterrotte in ogni secolo.
La tradizione fa risalire l'origine della Festa al Voto pronunciato nel 1652, affinché il Santo, Sardae Patronus insulae, intercedesse in favore della Città e la liberasse dal terribile morbo della peste.

Il rito nel corso dei secoli ha subito alcune modifiche anche se la struttura è rimasta inalterata. Il cerimoniale prevede, tra il 1° e il 4 di maggio, il pellegrinaggio della statua di Sant'Efisio da Cagliari a Nora e quindi il suo rientro in Città.

Oltre la processione del 1° maggio, Cagliari dedica al Santo Guerriero altre tre diverse ricorrenze: il 15 gennaio si commemora il giorno del martirio, il giovedì santo il cosiddetto “giro delle sette chiese” di Sant'Efisio vestito a lutto, organizzato dai confratelli dell'Arciconfraternita del Gonfalone e, infine, il lunedì dell'Angelo la statua del Santo è portata in processione in Cattedrale per onorare un Voto fatto dalla Città di Cagliari nel 1793 contro l’attacco dal mare dei francesi.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

La Chiesa, le reliquie e le tre Statue

 

 

La Chiesa di Sant'Efisio a Stampace

La chiesa di Sant'Efisio sorge nel cuore di Stampace in un'area già occupata da una piccola chiesa di impianto alto-medioevale, eretta su un ipogeo detto "Carcere di Sant'Efisio", ritenuto la sua prigione.

Conserva al suo interno una lapide di ringraziamento al Santo per la protezione accordata alla città durante il bombardamento francese del 1793.

Da questa chiesa la statua del Santo viene portata ogni 1° Maggio in solenne processione a ricordo del Voto espresso dai cagliaritani in occasione della grande peste.

La facciata, delimitata da lesene, è ripartita in tre ordine da cornici mistilinee. Alla sommità del timpano è presente il tipico motivo della lucerna del carabiniere.

Il portale, affiancato da ampie finestre cieche, è sormontato da un timpano curvo spezzato.

L'interno è riccamente adornato di altari policromi, dipinti e sculture.

La chiesa di Sant'Efisio gode del privilegio dell'indulgenza Plenaria per tutti i fedeli che nel giorno del 15 gennaio, festa del Martirologio, vi si recano a rendere omaggio.

La Cripta di Sant'Efisio

Secondo la tradizione popolare, la Cripta di Sant'Efisio è il luogo dove il martire venne incarcerato e torturato prima di essere condannato a morte. Si tratta di una cavità di 9 metri sotto il livello stradale, cui si accede attraverso una ripida gradinata dalla chiesa soprastante. All'interno si trova una colonna di marmo identificata come "la colonna del martirio di Efisio", su cui è ancora presente l'anello metallico al quale era agganciata la catena che lo avrebbe imprigionato.

La Chiesetta di Sant'Efisio a Nora

La chiesetta di Sant'Efisio di Nora è un edificio a tre navate, costruito in stile romanico primitivo di derivazione franco-catalana. La sua consacrazione ufficiale risale al 1102. Nel 1656 fu restaurata grazie a Don Alfonso Gualbus Marchese di Palmas, come Voto per essere scampato all'epidemia di peste dopo aver invocato la protezione del Santo.

Le reliquie

Nel 2011 le reliquie di Sant'Efisio sono tornate in Sardegna dopo 900 anni. Parte dei preziosi resti del Santo guerriero, protettore di Cagliari e della Sardegna, sono stati donati dall'Arcidiocesi di Pisa, che li custodiva dal 1119, al 151° Reggimento fanteria della Brigata Sassari, di stanza nella caserma Monfenera di viale Poetto.

Il prezioso reliquiario in argento è stato realizzato per mano dell'orafo cagliaritano Francesco Busonera.

La statua in argento, alta 52 centimetri, con all'interno le reliquie del Martire guerriero, viene portata in processione dal 151° Reggimento Fanteria e precede il cocchio del Santo per tutto il tragitto dalla chiesa di Stampace a quella di Giorgino.

Le tre statue

Nella Chiesa di Stampace sono custodite tre statue del Santo.

La più antica nel tempo (XVI secolo) è chiamata "Sant'Efis sballiau" ossia "Sant'Efisio sbagliato" perché presenta la croce impressa nella mano sinistra anziché nella destra.

La seconda (XVII secolo) posta nella Cappella di Sant'Efisio, è quella che ogni anno viene portata in processione da Cagliari a Nora, lungo il percorso del martirio.

La terza statua, attribuita a Giuseppe Antonio Lonis, è custodita nella nicchia presente in "Sa Cocera", la stanza in cui è conservato il cocchio dorato tutto l'anno.

Questo simulacro il Giovedì Santo, vestito a lutto, fa il "Giro delle 7 Chiese" e il Lunedì dell'Angelo portato in processione alla Cattedrale. Questa statua, durante l'assenza del Simulacro in viaggio verso Nora, viene esposta al centro della chiesa.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

I Voti Solenni

 

 

Le celebrazioni che si svolgono a maggio in onore di Sant'Efisio affondano le radici nel secolo XVII. L'epidemia di peste che colpì l'isola alla metà del secolo viene ricordata come una delle più drammatiche calamità che l'Isola abbia mai subito in epoca moderna, per durata e numero di vittime.

L'11 luglio del 1652 la Municipalità di Cagliari si appellò a Sant'Efisio affinché proteggesse la Città dal morbo e l'assemblea civica espresse un Voto con cui si impegnava a tributare ogni anno una processione in suo onore. Ancora oggi l’amministrazione comunale è custode e garante dello scioglimento del Voto.
Il documento originale del Voto del 1652 della Municipalità è oggi custodito presso l’Archivio storico di Cagliari.

Nel maggio del 1657 avvenne la prima solenne processione per lo scioglimento del Voto: il simulacro del Santo venne trasportato fino alla chiesetta di Nora, accompagnato dalle autorità cittadine e dai rappresentanti di tutti i paesi liberati dal morbo. Cagliari è debitrice nei confronti di Efisio per un suo secondo intervento prodigioso.

Tra il 17 e il 18 febbraio del 1793, la flotta francese comandata dall'ammiraglio Truguet assediava Cagliari con un fitto bombardamento. I Cagliaritani invocarono il loro protettore e le milizie popolari capeggiate da Girolamo Pitzolo respinsero i francesi sbarcati sulla spiaggia di Quartu Sant'Elena. Al Santo venne attribuito il titolo di "comandante supremo dei combattenti".

Nel 2014 il Comune di Cagliari ha avviato le procedure per l’iscrizione del Rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant’Efisio nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, secondo i principi stabiliti dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO e in stretta collaborazione con l’Arcidiocesi, la Confraternita e i comuni di Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch.

Così recitano is gocius, i tradizionali versi di preghiera in sardo:
De Casteddu appassionau - Di Cagliari appassionato
Sempri siais difensori - Sempre siate difensore
Sighei a essiri intercessori - Continuate a essere intercessore,
Efis Martiri sagrau. - Efisio Martire consacrato.

Il Rito di scioglimento del Voto del 1652
Il sindaco delega ad un membro del consiglio comunale (Alter Nos) la responsabilità del rito. Circa 150 confratelli dell’Arciconfraternita del Gonfalone scortano l’Alter Nos e nominano il “Terzo guardiano” come cerimoniere.
L’Arcivescovo, i rappresentanti del Capitolo Metropolitano, i parroci, i cappellani militari e altri membri del clero, svolgono funzioni cerimoniali, presiedono ai riti religiosi, accompagnano la processione e il pellegrinaggio. Il canonico delegato dal Capitolo, insieme all’Alter Nos, è testimone del rispetto di quanto previsto dal Voto e presiede al rito di scioglimento.

Il 151° Reggimento “Sassari” dell’Esercito italiano custodisce le reliquie del Santo, partecipa alla processione e trasporta il cocchio del Santo in alcune parti del pellegrinaggio.

Da oltre 350 anni questo rito è partecipato dalla comunità di Cagliari, da quelle lungo il percorso processionale (Giorgino, Su Loi, Villa d’Orri, Sarroch, Villa S. Pietro, Pula e Nora), da tutta la Provincia ecclesiastica (Diocesi di Cagliari, Iglesias, Lanusei,Nuoro, Oristano, Ales-Terralba, Alghero-Bosa, Ozieri, Sassari, Tempio-Ampurias) e da migliaia di devoti provenienti da tutta la Sardegna.
Decine di migliaia di persone prendono parte ai riti e alla loro preparazione. In particolare, le confraternite e centinaia di associazioni culturali e gruppi svolgono, nel corso di tutto l’anno, numerose attività preparatorie al Rito e alla Festa.

Dal 1652 la Municipalità ha sempre ed ininterrottamente rispettato il Voto e ancora oggi il suo ruolo è fondamentale. Infatti, ogni anno: il bilancio contabile della Città di Cagliari prevede risorse per lo scioglimento del Voto; il Sindaco designa l’Alter Nos e l’evento prevede, insieme alla Municipalità, la partecipazione attiva di associazioni, gruppi e cultori della tradizione sarda.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

La Processione e il mese di Maggio

 

 

Ogni anno una processione di carri, cavalieri, devoti e pellegrini accompagna il simulacro del Santo Martire Efisio da Cagliari fino a Nora, luogo ritenuto per tradizione lo stesso dello svolgimento del martirio di Sant'Efisio. Questo evento di straordinaria partecipazione popolare, in equilibrio tra fede e devozione, folklore e tradizione, viene vissuto con grande intensità emotiva. Le manifestazioni durano un mese, ma l'apice della Festa è rappresentato dalla Processione del 1° maggio.

La custodia, la tradizione e l'organizzazione dei riti dedicati a Sant'Efisio è a cura esclusiva dell'Arciconfraternita del Gonfalone.

I preparativi della Festa cominciano alla fine di aprile, quando l'Arciconfraternita procede alla vestizione del simulacro. Il 30 aprile la vestizione viene completata con l'aggiunta di ori e gioielli offerti dai fedeli come ex-voto. Quindi il Presidente dell'Arciconfraternita e il Sacrista Maggiore depongono la statua nel cocchio.

La mattina del 1° maggioSu Carradori, preposto alla guida dei buoi che trainano il cocchio, addobba gli animali con fiori e campanelli. Quindi il Terzo Guardiano a cavallo, accompagnato dalla Guardianìa, si reca al Palazzo Civico. Qui li attende l'Alter Nos, rappresentante del sindaco della città. Insieme si recano alla chiesa di Sant'Efisio dove viene celebrata la "Messa dell'Alter Nos". Dopo questi complessi rituali civili e religiosi - la vestizione della statua del Santo, la designazione dei Guardiani scelti tra i confratelli dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio e dell'Alter Nos, i Mazzieri, i cerimonieri del comune e una rappresentanza dell’Arciconfraternita del Gonfalone, accompagnano l’Alter Nos al Municipio per l’investitura da parte del Sindaco.

Successivamente, la statua del Santo, sul cocchio di gala, dalla Chiesa di Sant’Efisio si dirige verso il Municipio scortata dall’Arciconfraternita e preceduta e seguita dai fedeli provenienti da tutta la Sardegna. La Processione è aperta dai Cavalieri del Campidano, in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette. Quindi è la volta dei Miliziani, armati di archibugio e sciabole. A seguire il corpo della Guardianìa a cavallo, in frac nero, cilindro e fascia azzurra ai fianchi. In prima fila, il Terzo Guardiano regge il Gonfalone dell'Arciconfraternita. In frac e cilindro, con una fascia tricolore sui fianchi, procede l'Alter Nos, rappresentante del sindaco di Cagliari. Quindi procedono i membri dell'Arciconfraternita del Gonfalone, introdotti da un confratello che regge un crocifisso del '700. Due confratelli, chiamati "i Collaterali", hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutto il percorso della Processione e aprono le porte quando si ferma per consentire ai fedeli di depositare all'interno fiori, offerte, ex-Voto e suppliche. L’arrivo del cocchio di fronte al Municipio di Via Roma, preannunciato dal suono delle launeddas (tipici strumenti musicali sardi a fiato costruiti con tre canne di giunco) e dai canti religiosi in sardo, è preceduto dalle reliquie custodite dal 151° Reggimento Fanteria “Sassari” ed è salutato dalle sirene delle navi. Parte del percorso processionale è ricoperta da una coltre di petali e essenze profumate: il rituale, in sardo s'arramadura, rappresenta l’omaggio dei devoti al Santo.

Lasciata Cagliari, dopo l’omaggio del Villaggio dei Pescatori, il pellegrinaggio giunge alla Chiesetta di Sant’Efisio di Giorgino per il cambio degli abiti. Vengono rimossi i gioielli e si procede al cambio delle vesti, sostituite da altre più semplici. La statua viene trasbordata su un carro da viaggio, detto "cocchio di campagna".

Il pellegrinaggio prosegue fino a Maddalena Spiaggia, dove i fedeli accorrono dalla vicina Capoterra (anticamente chiamata Villa Sant'Efisio). La terza tappa viene effettuata nella località detta "Su Loi", con la celebrazione di una Messa.

Al tramonto la processione giunge nella Cappella della prestigiosa Villa d'Orri dei marchesi Manca di Villa Hermosa, dove viene officiata la benedizione eucaristica. Al termine il corteo riprende il viaggio e arriva a Sarroch. Il cocchio viene accompagnato fino alla chiesa di Santa Vittoria dove viene celebrata una Messa solenne e qui avviene la sosta per la notte.

Il 2 maggio la processione fa tappa a Villa San Pietro, dove dal 1943 è stata introdotta la tappa presso Villa Atzori, e poi a Pula, dove l'Alter Nos affida al Sindaco la responsabilità del Rito. Viene quindi celebrata una Messa solenne nella chiesa di San Giovanni Battista. Una sosta davanti al cimitero e un'altra davanti alla chiesetta di San Raimondo e il Santo viene preso in consegna dall'Arciconfraternita e scortato fino a Nora, dove arriva verso le 21. Quindi il simulacro viene deposto in una nicchia.

Per tutta la giornata del 3 maggio avviene la commemorazione del Martire con messe e funzioni. Alle 18 ha luogo la processione lungo il litorale, durante la quale il Santo abbandona il cocchio e viene trasportato in spalla a rivisitare i luoghi del suo martirio.

Il 4 maggio la processione torna verso Cagliari dove entro la mezzanotte avverrà il solenne Rito dello scioglimento del Voto.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

Programma religioso 2024

 

 

25 APRILE

Ore 10:00 Ingresso in chiesa del cocchio di gala

Ore 11:00 Consegna della bandiera e dei gonfaloni ai miliziani

Ore 18:00 Consegna della bandiera al Terzo Guardiano

29 APRILE

Ore 18:00 Cerimonia di vestizione del simulacro con gli abiti di gala

Ore 19:00 Santa Messa

30 APRILE

Ore 10:00 Cerimonia di ornamento del Simulacro con gli ex voto

Ore 12:00 Santa Messa di Intronizzazione di Sant’Efisio nel Cocchio 

Ore 19:00 Solenne Pontificale  presieduta da S.E. Mons. Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari

Ore 20:30 Veglia di preghiera

1 MAGGIO

Ore 7:00 - 8:00 - 9:00 - 09:30 (carcere S.Efisio) -19:00 S. Messe

Ore 11:00: S. Messa solenne (detta dell'Alter Nos)

Ore 12:00 Partenza di Sant'Efisio dalla chiesa di Stampace, inizio pellegrinaggio

Arrivo alla chiesa di Sant'Efisio a Giorgino. Sostituzione del cocchio e cambio degli abiti a Sant'Efisio.

Ore 16:30 Dalla Maddalena spiaggia, processione lungo la Strada Provinciale sino al raccordo con Frutti d’Oro a Su Loi, Villa d’Orri, Sarroch.

 

2 MAGGIO

Ore 8:00 Da Sarroch si prosegue il pellegrinaggio per Villa San Pietro, Pula

Ore 14:30 Arrivo a Pula presso la Chiesa di San Giovanni Battista

Ore 18:00 Partenza per Nora

Ore 19:00 S. Messa nella chiesa di Sant’Efisio a Cagliari

3 MAGGIO

Ore 8:00 - 9:00 - 10:00 S. Messe - Nora

Ore 11:00 Solenne Pontificale presieduta da S.E. Mons. Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari

Ore 17:30 S.Messa - Nora

Ore 18:00 Processione con il simulacro lungo il percorso che porta agli scavi di Nora con rientro dalla spiaggia. Partenza di Sant'Efisio alla volta di Pula.

Ore 19:00 Santa Messa nella chiesa di Sant’Efisio in Cagliari.

4 MAGGIO

Ore 7:30 Inizio del pellegrinaggio di rientro: Villa San Pietro – Sarroch – Su Loi – Maddalena Spiaggia – Giorgino dove avverrà il cambio del cocchio e degli abiti a Sant’Efisio

Ore 8:00 S. Messa per i confratelli defunti - Nora

Ore 20:00 S. Messa - Cagliari

Ore 20:00 Processione di rientro verso Cagliari

Ore 22:00 Arrivo di Sant’Efisio nella Chiesetta di Stampace, Benedizione Eucaristica e annuncio dello scioglimento del voto. 

5 MAGGIO

ore 8:00-9:00 - 11:00 S. Messe

dal 5 Maggio al 25 Maggio novenario

(la domenica S. Messa ore 9:00, il lunedì ore 18.30 recita del S. Rosario e S. Messa)

ore 19:00 Santo Rosario

ore 19:30 Inno al Santo-Benedizione Eucaristica-Canto dei Goccius

22 MAGGIO Festa di Santa Rita

ore 12:00 S. Messa - Benedizione delle Rose - Supplica a Santa Rita

ore 19:00 Recita del S. Rosario

ore 19:30 Benedizione con rimozione di Sant'Efisio dal Cocchio

23-24-25 MAGGIO Solenni 40 ore

ore 17:00 Esposizione Eucaristica

ore 19:00 Santo Rosario-Benedizione Eucaristica

ore 19:30 Santa Messa (mercoledì 24)

25 MAGGIO

ore 17:00 Esposizione Eucaristica

ore 19:30 Recita del S. Rosario

pre 20:00 Processione per le strade di Stampace con il SS Sacramento, al rientro in Chiesa canto del Te Deum, Benedizione eucaristica e canto de "Is Goccius".

Chiusura dei festeggiamenti.

Dove

Chiesa di Sant'Efisio (Giorgino)

(Località Giorgino)

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

I protagonisti

 

 

L'Arciconfraternita del Gonfalone sotto l’invocazione di Sant'Efisio martire

La Confraternita cagliaritana nata nel 1564, nel 1618 fu aggregata a quella romana del Gonfalone della SS. Vergine del Riscatto ed elevata poi ad Arciconfraternita nel 1796, con bolla papale del pontefice Pio VI, in seguito alla liberazione della città e dell’isola intera dall’invasione franco-piemontese. Da sempre pronuncia lo scioglimento del Voto alla Municipalità di Cagliari e all'Arcivescovado, la sera del 4 maggio entro la mezzanotte: è infatti il presidente dell'Arciconfraternita a pronunciare la formula di scioglimento del Voto alle autorità civili e religiose, nonché ai fedeli presenti.

E' un'associazione popolare fra le più antiche di Cagliari, che nei secoli ha visto l’adesione di personaggi illustri, tra cui i sovrani sabaudi Carlo Emanuele IV, Vittorio Emanuele I, Carlo Felice e le rispettive consorti.

Per diventare confratelli è necessario il “nullaosta” della parrocchia di appartenenza e una formale richiesta. Il confratello per due anni è seguito dal maestro dei novizi (o delle novizie nel caso si tratti di una consorella) al termine dei quali, dopo una cerimonia di giuramento, veste l’abito penitenziale: una veste di tela azzurra sul cui petto è cucita una croce bianca e rossa e una frusta sul lato sinistro, una mantellina di lana bianca e il cingolo da cui pende il Rosario.

Ha sede nella Chiesa di Sant'Efisio nel quartiere di Stampace e oggi ne fanno parte circa centocinquanta iscritti, distinti in due rami maschile e femminile di confratelli e consorelle.

Per contatti:

Tel: 070 668632; e-mail: arcisantefisio@tiscali.it; web: http://www.arcisantefisio.it

La Guardianìa e il Terzo Guardiano

I membri della Guardianìa, anche chiamati "Is Dottoris" perché in passato ne facevano parte i notabili cittadini, hanno il ruolo di scorta d'onore del Santo.

La Guardianìa era un organo dell'Arciconfraternita del Gonfalone incaricato di curare le processioni e le funzioni del giovedì e del venerdì santo.

Il Terzo Guardiano è il rappresentante della Festa e il principale responsabile della sua organizzazione. In particolare al Terzo Guardiano, che nella processione porta lo stendardo dell'Arciconfraternita del Gonfalone, veniva affidato il compito di recarsi a Pula per il trasferimento del simulacro di Sant'Efisio.

Il Terzo Guardiano della 368ª edizione della Festa di Sant'Efisio sarà Fabio Rais.

L'Alter Nos

L'Alter Nos è la figura che rappresenta la Municipalità di Cagliari e nella cerimonia simboleggia l'ufficialità del ringraziamento pubblico al Santo.

Ai tempi della monarchia (spagnola prima, sabauda poi) era il Viceré, “l’Altro Noi”, che, in rappresentanza del re e sfilava per la Festa di Sant’Efisio. Oggi, invece, è un membro dell’Amministrazione Comunale.

Insieme ai confratelli dell’Arciconfraternita del Gonfalone è colui che aiuta gli indigenti votati al Santo.

La scelta dell’Alter Nos è discrezione del Sindaco che gli conferma la nomina in Aprile. Dalla nomina in poi il prescelto si dedica alle lezioni di equitazione, alla scelta degli accessori per il frac che viene cucito su misura e inizia a prendere parte alle manifestazioni dell’Arciconfraternita.

Il primo Maggio i mazzieri, accompagnatori ufficiali delle più alte cariche cittadine, conducono l’Alter Nos in Municipio al cospetto del Sindaco. Qui avviene l’investitura ufficiale di fronte alla Guardianìa.

Il Sindaco decora l’Alter Nos con il “Toson d’oro”, un medaglione in oro massiccio donato nel 1679 da Carlo II re di Sardegna e d'Aragona. Sul Toson d’oro spiccano le effigi delle torri e della croce sabauda. Decorato da questo gioiello e fasciato dal tricolore, l’Alter Nos si avvia verso la chiesa di Sant’Efisio dove alle undici si svolge la Messa solenne in suo onore. Durante la messa, cantata in latino, viene consacrato religiosamente e finalmente racchiude in sé i due aspetti della festa: quello civile e quello religioso.

Il rappresentante della municipalità segue il cocchio del Santo anche nelle tappe successive fuori città fino al ritorno il 4 Maggio nella chiesetta di Sant’Efisio.

L'Alter Nos della 368ª edizione della Festa di Sant'Efisio sarà il dirigente comunale Giovanni Ena.

Dove

Quartiere Stampace

(Quartiere Stampace)

I gruppi di Cagliari: Quartiere Villanova

 

 

Il Gruppo Folklorico di Cagliari prende il nome da uno dei più antichi quartieri della città: il quartiere Villanova, che tutt'oggi custodisce alcune delle più antiche tradizioni cagliaritane.

Si costituisce nel 1976 come aggregazione di giovani accomunati dalla stessa grande passione per folklore e da una precisa volontà di recupero delle proprie radici, che culmina nel 1980 con la realizzazione dell’antico matrimonio cagliaritano, documentato nel libro ”Cagliari amore mio” di Cenza Thermes.

Con tale convincimento venne impostata un’analisi approfondita sugli usi, costumi e tradizioni popolari della città e del suo hinterland, riuscendo a realizzare nel 2006 la mostra etnografica “Panetteras, arregatteris e piccioccus de crobi” presso la Cittadella dei musei di Cagliari, in cui l’Associazione espose tutto il suo patrimonio di abbigliamenti, antichi e ricostruiti, di gioielli, di fotografie e di stampe antiche.

L’attività folklorica del Gruppo trova il suo momento di massima realizzazione nei balli di piazza e nelle feste paesane, dove convergono, ancora oggi, espressioni proprie della tradizione religiosa e sociale della Sardegna in una atmosfera di fedele riproposizione storica.

Il Gruppo di ballo alterna negli spettacoli l’uso dei ricchi costumi della Cagliari del ‘700-’800 proponendo il repertorio rigorosamente tradizionale delle antiche danze nell’isola, accompagnate dal suono arcaico delle “launeddas” e dell’organetto diatonico.

La bellezza dei costumi indossati e la compostezza dei movimenti nelle danze, hanno valso al Gruppo di ballo consenso e riconoscimento da parte di osservatori qualificati. Il Gruppo folklorico è membro del F.I.T.P. (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) patrocinato dall’UNESCO: il suo impegno è richiesto per rappresentare l’Italia e la Sardegna nelle più importanti rassegne di folklore, sia livello regionale che nazionale ed internazionale, consentendo all’Associazione di partecipare nei suoi 38 anni di attività, a circa 40 Festival Internazionali del Folklore in quasi tutti i continenti.

Gli abiti femminili

Gli abiti indossati dalle donne riscontrano caratteristiche simili nelle fogge ma spesso cambiano i colori in base al gusto della proprietaria. L’abito giornaliero era chiamato “su bestiri de andiana” dal tessuto utilizzato per la gonna. Quest’abito prevede una gonna, camicia e giubbino e uno scialle che si incrocia sul petto su cui sono appuntati numerosi gioielli. I capelli sono raccolti in un fazzoletto triangolare chiamato “su turbanti” su cui poggia un fazzoletto di filo e uno scialle che varia in base alle possibilità economiche della donna.

L’abito delle feste importanti è quello chiamato “su bistiri de sa panettera”. Pare strano che un abito così elegante e lussuoso prenda il nome di una donna imprenditrice che lavorava e non di una nobile. In realtà il nome nasce da un dato storico: le ultime ad indossare quest’abito sono state le panettiere di Sant’Avendrace. La raffinatezza di quest’abito è sorprendente come la forte analogia con gli abiti del XVII e XVIII secolo della zona ibero-balearica. Questo è l’abito da sposa delle cagliaritane, che poi lo riutilizzavano durante le festività più importanti della loro vita. Sulla gonna di raso azzurra “fardetta” poggia un grembiule di tulle ricamato “deventali”. Sulla camicia viene posto un giubbino nero “gipponi” su cui si drappeggia uno scialle ricamato “mucadori a perra”. I capelli sono racchiusi in una cuffia di seta “cambiscu” su cui poggia una mantiglia rossa con una gala di pizzo con fuselli in filo d’argento “mantiglia arrand’e pratta”.

Infine, “su bistiri de seda” è un abito di fine ‘800 in cui si fanno sentire le influenze della moda di fine secolo.

Gli abiti maschili

Gli abiti maschili cagliaritani cambiano in base al gremio di appartenenza del proprietario. Ricordiamo “su carradori” che accompagna il carro del Santo conducendo i buoi. Il suo abito si distingue per il farsetto rosso profilato da spighetta nera “sa facchina”. Un forte richiamo alle influenze moresche è dato dal cappello di forma troncoconica detto “su pibironi”.

“Su carrettoneri” è invece caratterizzato dal contrasto cromatica tra il bianco e il nero. Unica nota colorata è la fascia rossa detta “sa fascadroxa” portata in vita. Sul capo portano una berritta nera. “Su piscatori” indossa una camicia e un gilet in tessuto di seta. I pantaloni sono rossi a tubo stretti in vita da una fusciacca. Sopra porta una giacca nera o blu e in testa un berretto rosso dalla forma troncoconica. Questo è sicuramente l’abito che ha subito maggiormente le influenze degli altri paesi mediterranei.

Un abito che ha subito fortemente l’influsso spagnolo è quello dell’ortolano che sfoggia un bolero e soprattutto un cappello a tesa larga chiamato “su sombreri”.

Infine, spicca l’abito del lattaio, recentemente recuperato da alcune stampe degli anni ’40 rinvenute a Roma: la sua particolarità è quella di avere il gonnellino rosso e la giubba blu.

Contatti:

Indirizzo: Via Montegrappa 4/a - 09122 Cagliari

Web: www.gruppofolkcagliari.it

Facebook: Gruppo Folklorico di Cagliari Quartiere Villanova

Presidente: Antonio Piras
Tel. 3925117463
email: pirasantonello@hotmail.it - monicaonano66@gmail.com

 

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Quartiere Villanova

(Quartiere Villanova)

I gruppi di Cagliari: Villaggio Pescatori Giorgino

 

 

Giorgino è una realtà storica e geografica molto particolare: il quartiere venne fondato nel 1939 sotto il regime fascista per creare delle abitazioni per i pescatori della zona. Vicini eppure così lontani dalla città, i suoi abitanti continuano a mantenere vivi le tradizioni e i costumi del borgo.
In questo senso, Sant’Efisio ricopre un ruolo predominante per la comunità di Giorgino: i pescatori sono gli unici che accompagnano il Santo fino alla chiesetta che si trova nel borgo, dove viene spogliato degli orpelli cittadini per indossare l’abito di campagna.

Gli abiti indossati dagli abitanti di Giorgino sono molto semplici nella loro fattura, quasi privi di gioielli e simboleggiano nei colori il forte legame tra chi vive nel borgo e il mare.

L’abito maschile

L'abito tradizionale maschile è formato da un pantalone, una camicia bianca in cotone e un gonnellino nero. Il capogruppo porta una fascia rossa legata in vita. Particolarità degli uomini è quella di non indossare scarpe, infatti, durante il lavoro di “piscatori de istani” le calzature non venivano utilizzate.

L’abito femminile

Le donne indossano una camicia simile a quella maschile su cui pongono “su gipponi”, il giubbino aderente nero. Utilizzano una gonna plissettata dell’ampiezza di 4-5 metri in modo che possa essere indossata anche dalle donne incinte; su questa si pone ‘su deventali’ gonna damascata dai colori blu e verde che riluce come il mare sotto il sole. Sul capo ponevano un fazzoletto nero legato come un turbante su cui ponevano un delicato fazzoletto bianco in seta ed infine un foulard di vario colore in base al gusto e alle possibilità della proprietaria. Le donne di Giorgino non portano molti gioielli: solo il bottone della camicia in oro e qualche ornamento prezioso in filigrana di argento. L’abito tradizionale prevede che la camicia venga arrotolata sul petto in modo da creare un importante “scollo a v” che metta in evidenza le prosperose grazie delle donne dei pescatori.


Fonte Ufficio Stampa Comune di Cagliari. Si ringrazia per la collaborazione la Sig.ra Irene Mura e la cooperativa “Non solo mare”.

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Patrimonio Immateriale dell'UNESCO

 

 

Nel 2014 il Comune di Cagliari ha avviato le procedure per l’iscrizione del Rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant’Efisio nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, secondo i principi stabiliti dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO  e in stretta collaborazione con l’Arcidiocesi, la Confraternita e i comuni di Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch.

L’Amministrazione comunale è fortemente impegnata ad attuare iniziative di salvaguardia di tutto il patrimonio culturale, ma devono essere soprattutto i cittadini e i partecipanti alla Festa di Sant’Efisio a contribuire attivamente e concretamente alla salvaguardia dei beni culturali immateriali.

Per questo motivo vi chiediamo di sostenere la candidatura del Rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant’Efisio alla Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, mediante tutte le azioni di trasmissione e di salvaguardia che riterrete opportune.

Ad integrazione del lavoro di salvaguardia svolto dall'Amministrazione, è stata creata una pagina facebook ufficiale, dedicata alla Festa dove sono pubblicate tutte le notizie inerenti i riti religiosi, la storia e le curiosità sulla Festa: https://www.facebook.com/santefisio

E' a disposizione dei cittadini e delle associazioni un recapito dove indirizzare il proprio sostegno e i suggerimenti per la candidatura: santefisio@comune.cagliari.it

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Il Cammino di Sant'Efisio

 

 

Il Comune di Cagliari, con i comuni di Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch, la Curia arcivescovile Diocesi di Cagliari, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna (MiBACT) e la Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio, il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Cagliari e Oristano (MiBACT) hanno siglato, il 12 marzo 2014, il Protocollo di intesa per la realizzazione di misure di salvaguardia del “Rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant'Efisio”.

Si tratta di un programma di attività per la preservazione e protezione della diversità culturale, della biodiversità e del contesto culturale, artistico, artistico-religiose, storico, ambientale, naturale e paesaggistico dell’area interessata dal Rito, con particolare attenzione per i territori attraversati dal percorso processionale del Santo in occasione della Festa del 1-4 maggio, secondo le Convenzioni Unesco.
Il Protocollo impegna le Amministrazioni comunali con le rispettive comunità religiose e scientifiche ad intraprendere un percorso strategico per rendere fruibile tutto il Cammino di Sant'Efisio e i luoghi importanti per la collettività per tutto l'anno, quali le chiese, i luoghi di culto e le aree naturalistiche, archeologiche, d’interesse storico e culturale presenti lungo il percorso processionale del Santo.

La Regione Sardegna con Decreto n. 2 del 5 febbraio 2015 "Riconoscimento della valenza culturale-turistica e spirituale e iscrizione nel Registro del Cammino di Sant'Efisio" ha inserito il Cammino di Sant'Efisio nel Registro dei Cammini di Sardegna e degli itinerari religiosi e dello spirito. Questo importante riconoscimento segna un'altra tappa nelle azioni di salvaguardia e di valorizzazione della Festa di Sant'Efisio messe in moto dai sottoscrittori del Protocollo.

Il paesaggio che unisce i cinque comuni sta sempre più divenendo risorsa e elemento essenziale di un nuovo turismo legato alle tipicità ambientali e alle eccellenze enogastronomiche e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale sardo. Pensiamo allo Stagno di Santa Gilla, alle coste, alle terre coltivate o ai beni storici e archeologici presenti lungo l'intero Cammino, come l'antica città di Nora o il complesso nuragico di Antigori a Sarroch. Il Comune di Cagliari, capofila in questo progetto di tutela, insieme agli altri attori, promuove una cultura consapevole del paesaggio nell'ottica di una sempre più ampia partecipazione popolare alle scelte di governo del territorio.

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L'app per smartphone dedicata al Santo

 

 

Esiste un'applicazione per i vostri smartphone dedicata a Sant'Efisio.

"Il Cammino di Sant'Efisio" di 4th Guardian è disponibile solo per Android, in italiano, inglese e francese, e offre la possibilità di ripercorrere virtualmente il Cammino grazie alla mappa interattiva che sfrutta il gps, le schede dettagliate e la sezione social.


La trovate qui: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.fourthguardian.santefisio

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Gli eventi per Sant'Efisio

 

 

Dal 25 Aprile al 30 Maggio 2024, ore 10:00 - Cripta di Santa Restituta si terrà la rassegna “DOMUS ET CARCER SANCTÆ RESTITUTÆ PRO EFIS MARTIRI GLORIOSU” (ingressi a pagamento) così articolata: 

  • Video istallazione storico didattica in collaborazione con l’Archivio storico comunale Cagliari MEM - Installazione di arte contemporanea in collaborazione con l’Associazione Culturale Gesto Segno Disegno
  • Giovedì 30 maggio 2024 ore 19.00 - Cripta di Santa Restituta: performance conclusiva: Voci Corali in movimento partecipativo 
  • Domenica 5 Maggio 2024 ore 17.00 e ore 18.30 - Cripta di Santa Restituta: “Il segreto all’inizio della paura” di e con Maria Daniela Carta 
  • Venerdì 17 Maggio 2024 ore 20.00 - Cripta di Santa Restituta: “Hildegarda. Il cammino dell'umanità” da un racconto inedito di Maria Daniela Carta 

     

26 aprile ore 17:00 - sala SEARCH 

“Musiche di tradizione nella festa di sant’Efisio" 

Negli spazi del SEARCH, si terrà una lezione aperta del corso di Etnomusicologia della Sardegna, Università degli Studi di Cagliari. L’incontro dal titolo “Musiche di tradizione nella festa di Sant’Efisio”, sui canti e sulle sonorità del patrimonio musicale di tradizione orale presenti nel contesto delle celebrazioni di Sant’Efisio, rivolto agli studenti universitari del corso di etnomusicologia, ma aperto agli studenti del Conservatorio di Musica di Cagliari, altri istituti cittadini e naturalmente, alla libera partecipazione dei cagliaritani. La lezione aperta sarà a cura dal Prof. Marco Lutzu, con la partecipazione di Ottavio Nieddu, direttore artistico del programma. 


 

IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI DI CANTO TRADIZIONALE 
 

2 maggio 2024 ore 20:00 - Cortile Palazzo Bacaredda 

“Il canto popolare sardo” 

Con la realizzazione del concerto “Il canto popolare sardo”, si intende proporre in modo approfondito quei canti della tradizione orale che costituiscono il principale patrimonio musicale e canoro dell’intera isola. I repertori dei canti monodici del Logudoro “a boghe, chiterra e fisarmonica” i canti a chitarra della Gallura, i Canti “a ghitarra” del campidano con “sa cantzoni a curba”, “is gòcius”, “Trallalera”, i canti che animano il ballo popolare dell’area centrale della Sardegna, il canto gutturale a quattro parti del tenore, e il canto polivocale dei rosari, saranno protagonisti della serata di grande interesse culturale e musicale. Il concerto avrà una durata di circa due ore e sarà introdotto dal prof. Marco Lutzu etnomusicologo dell’Università degli Studi di Cagliari che avrà cura di fornire utili informazioni per una migliore fruizione dell’evento. 
 

3 maggio 2024 ore 20:00 - Cortile Palazzo Bacaredda 

“La poesia estemporanea Sarda – Cantu a s’Arrepentina” 

Le attività proseguiranno con la tessitura di un filo narrativo che trova nella poesia estemporanea a s’Arrepentina, una delle quattro principali forme poetiche di tradizione orale, espressione della tradizione improvvisativa della parte centro-meridionale dell’isola. Tale forma poetica, sarà espressa dal decano dei poeti improvvisatori Efisio Caddeo e da Giuseppe Caddeo, considerato uno tra i principali protagonisti di questa specialità. I due poeti saranno accompagnati dalla musica della fisarmonica, strumento comunemente utilizzato per sostenere musicalmente tale espressione poetica. La poesia d’improvvisazione a “s’Arrepentina”, avrà una durata di circa due ore e sarà introdotta dal prof. Marco Lutzu etnomusicologo dell’Università degli Studi di Cagliari che avrà cura di illustrare al pubblico le principali caratteristiche della particolare forma espressiva e della struttura tecnica di improvvisazione. 

 

4 maggio 2024 ore 18:00 - Cortile Palazzo Bacaredda 

“La coralità Sarda per Sant’Efisio” 

Nell’attesa del rientro del santo in città dalle ore 18:00 e fino alle ore 20:00, le otto corali che dalle 20:30 saluteranno il passaggio del Santo nelle principali vie del percorso, daranno vita ad un concerto di canti sacri e profani dei propri repertori musicali. L’armonia che nasce dall’amicizia dei suoni e delle voci della polifonia, nei differenti repertori musicali dell’isola, sarà proposta al pubblico attraverso un intenso concerto con la partecipazione di otto cori polifonici del territorio centro-meridionale dell’isola quali: 

Coro di Cagliari; 

Coro Kellarious di Selargius; 

Coro Polifonico Ghentiana di Ruinas; 

Coro Serpeddì di Sinnai; 

Coro Voci in Musica di Serri; 

Coro Terra Mea di Cagliari; 

Coro S’Arrodia di Sinnai; 

Coro Carrales di Cagliari. 

Le suggestive armonie e melodie saranno introdotte dal dott. Salvatore Bellisai, che metterà in luce caratteristiche e repertori di ciascuna formazione. 

Dove

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Orari di apertura

01-05-2024 - 25-05-2024

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