Le lacrime dell’eroe si ispira all’ultimo capitolo dell’Orestea, Eumenidi, forse il più complesso atto della tragedia da trasferire sulla scena. Eumenidi celebra la nascita della democrazia. Lo fa attraverso l’assoluzione di un matricida.
Il dramma è già avvenuto e l’azione si sviluppa principalmente attraverso i dialoghi di un processo riportati qui grazie al confronto con un’intelligenza artificiale, progettata appositamente. L’intelligenza artificiale, istruita attraverso il testo di Eschilo, gli atti di maxi processi, fatti di cronaca, estratti di saggi di filosofia politica, viene interrogata nella creazione del verdetto finale. Il confronto con il tema della colpa legata al matricidio è affrontato attraverso il format dell’installazione coreografica grazie alla costruzione di un set visivo clinico, specchiato e glaciale che rimanda al panopticon e rifrange la potenza e l’attualità del dramma. Nel lavoro il tema del controllo divino si trasferisce in una riflessione sull’invasione della sorveglianza e del tracciamento digitale nella vita
quotidiana, rivelando la sua allarmante arbitrarietà e la vulnerabilità nell’errore. Riflessioni sul ruolo della democrazia oggi, sulla post-verità, sull’utilizzo e sull’importanza degli algoritmi e dei bot nella creazione
dell’immagine nel presente, aprendo la tragedia alla contemporaneità.
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