Boghes & Cordas, è un festival che fonde in modo inedito e affascinante le voci e le corde – le boghes e le cordas – in un intreccio di suoni che attraversano il tempo, le tradizioni e le culture. Dal 16 novembre al 7 dicembre 2025, la Sardegna si trasforma in un grande palcoscenico diffuso, dove si incontrano artisti internazionali, musicisti locali, maestri della polifonia e innovatori della scena world, folk e contemporanea.
Il festival, sotto la direzione artistica di Raoul Moretti e Beppe Dettori, si propone come un viaggio sonoro che parte dalla Sardegna e si apre al mondo, unendo sonorità arcaiche e sperimentazioni moderne, in un dialogo costante tra oralità e strumenti, tra intimità e spettacolo.
Il programma si apre il 16 novembre a Cagliari, con una speciale anteprima ospitata negli spazi del T-Hotel alle ore 19:00. Protagonisti i direttori artistici stessi, Beppe Dettori e Raoul Moretti, con una performance che riassume l’anima del festival: voce e arpa elettrica che si inseguono in un dialogo ricco di emozioni, tradizioni sarde e aperture contemporanee. Beppe Dettori e Raoul Moretti collaborano da oltre 10 anni, prima in altri progetti che variano dal repertorio pop cantautorale a quello folk legato alle radici sarde del cantante, fino poi ad arrivare negli ultimi anni a creare un duo caratterizzato da un sound assolutamente originale, basato su voce, chitarra, arpa elettrica con live electronics, con il quale sperimentano nell’ambito della world music, portando molte contaminazioni, dal folk alla canzone d’autore, dal progressive alla musica elettronica, con l’utilizzo di varie lingue, soprattutto lingue minoritarie, in prevalenza dalla Sardegna, Terra di partenza del duo. La vocalità come strumento e l’uso di tecniche non convenzionali per l’arpa arricchiscono il caleidoscopio di colori del duo.
D-saFE, progetto formato nel 2004 da Marco Pancaldi (chitarra) e Lorenzo Pierobon (voce), artisti monzesi con un variegato curriculum caratterizzato da esperienze musicali ai confini dei generi tradizionali. «Ci definiamo un non-gruppo che suona non-musica per non-ascoltatori. Non abbiamo una scaletta dei brani, né siamo legati alle consuete sezioni ritmiche o armoniche. Il concerto è l’evocazione di un paesaggio musicale mutevole che sfugge alle regole più ovvie: il pubblico che ci incontra per la prima volta è spesso affascinato quanto sorpreso». Molte e facilmente citabili le influenze: musica etnica, canti sacri, colonne sonore elettroniche, rock progressivo integrati in una tessitura ambient originale, dove la voce amplificata e trattata elettronicamente si intreccia con la chitarra elettrica reinterpretata nello spazio, nel timbro e nel fraseggio. Dopo di loro, alla scoperta delle voci della Mongolia, si esibiranno, sempre in duo, Nasanjargal Ganbold e Johanni Curtet. La loro proposta musicale si radica nella tradizione del khöömii, il canto di gola tipico dell’Asia centrale, in grado di riprodurre armonici multipli e di imitare i suoni della natura. Ganbold, virtuoso strumentista, e Curtet, etnomusicologo e musicista, guidano il pubblico in un viaggio nelle steppe mongole, dove l’uomo e il paesaggio si fondono attraverso suoni, lodi spirituali e melodie antiche. L’appuntamento è per il 23 novembre nella suggestiva Casa Saddi a Pirri (ore 19:30).
Appuntamento di grande fascino è quello del 29 novembre a Cagliari nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria, inizio ore 20:00, che vedrà i Tenore Populu Sardu di Oliena e l’arpista Vincenzo Zitello insieme a Fulvio Renzi. Il concerto sostituisce l’esibizione prevista di Alan Stivell che per motivi personali non potrà essere presente.
Il “Tenore Populu Sardu”di Oliena (NU) nasce ufficialmente nel 2015 dalle ceneri del fu “Tenore Ulianesu” che si formò nel 1992 da un gruppo di appassionati giovani che hanno proseguito sulla linea modale del canto di Oliena percorrendo tutti i gradini della scuola/formazione tradizionale e artistica sino ad arrivare alla notorietà, arrivata con la spettacolarizzazione e quindi alla competitività artistico/musicale. Tra il 2005 e il 2006, il gruppo è stato tra gli attori principali che hanno collaborato alla stesura del progetto che ha portato il Canto a Tenore alla ribalta internazionale grazie al prestigioso riconoscimento “Chefs-d’oeuvre du Patrimoine Oral et Immateriel de l’Humanitè” da parte dell’U.N.E.S.C.O.!
Vincenzo Zitello, pioniere dell’arpa celtica in Italia e figura di riferimento a livello internazionale, presenta in questo concerto una selezione di composizioni originali tratte dal suo quattordicesimo album GRAAL, ispirato alla saga arturiana e ai paesaggi spirituali della Bretagna. Il concerto si articola come un racconto evocativo, un flusso continuo senza interruzioni che attraversa paesaggi interiori e ancestrali, portando lo spettatore in una dimensione sospesa tra poesia, simbolismo e virtuosismo strumentale. Zitello suona alternando due strumenti della tradizione gaelica: l’arpa Celtica e l’arpa Bardica (Clarsach), a corde metalliche, restituendo una tavolozza timbrica unica e affascinante. In dialogo con lui, il violinista e compositore Fulvio Renzi, la cui sonorità espande i confini classici dello strumento e si fonde con le arpe in un contrappunto ricco di sfumature e suggestioni.
Gran finale con il chitarrista britannico Jon Gomm, protagonista il 7 dicembre a Cagliari (BFlat, ore 21:00). Artista unico nel panorama mondiale, Jon Gomm incanta per il suo stile chitarristico inimitabile: fingerstyle percussivo, tapping e melodie struggenti si fondono in un linguaggio che è al tempo stesso virtuosismo e intimità. Votato “Miglior Chitarrista Acustico del Mondo” nel 2020 da MusicRadar/Guitar World, ha all’attivo quattro album, collaborazioni internazionali e una chitarra signature creata da Ibanez. La sua canzone “Passionflower” è considerata tra le più belle della storia della chitarra acustica, accanto a classici come “Blackbird” dei Beatles.
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