Al principio del secolo XIV, minacciata dall’ascesa aragonese nel Mar Mediterraneo, Pisa procedette ad erigere imponenti torri allo scopo di consolidare la propria roccaforte nel sud della Sardegna. Progettate dall’architetto sardo Giovanni Capula, le torri dell’Elefante e di San Pancrazio furono lodate per la loro unicità, quando, nel 1535, Carlo V, il potente sovrano del Sacro Romano Impero, le annoverò tra le migliori opere militari dell’intera Europa.
Portata a compimento nel 1307, con le sue mura di spessi blocchi calcarei, le sue strette feritoie e le sue pesanti saracinesche, la Torre dell’Elefante proteggeva il versante sud-occidentale del Castello; sviluppata su quattro livelli per un’altezza complessiva superiore ai trenta metri, essa era inoltre un ottimo punto di avvistamento contro eventuali attacchi provenienti dal mare.
Ancora oggi uno dei più suggestivi accessi al Castello, in passato fu impiegata anche come polveriera, armeria e carcere.
Maggiormente rifinita rispetto a quella gemella di San Pancrazio, questa torre è anche adornata dalla statua marmorea di un elefante, esposta in facciata, forse un simbolo della potenza marinara di Pisa.
Riportata al suo aspetto originario, la Torre dell’Elefante è oggi visitabile con accesso al lato destro della chiesa di San Giuseppe.
Al momento sarà possibile salire esclusivamente fino al quarto piano dell'edificio.
Torre dell’Elefante
Via Santa Croce, snc (angolo via Università)
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